Il metodo Dysmofit® e i suoi principi
L’importanza principale della riuscita del metodo si basa, come detto in precedenza, sull’attuazione di moduli allenanti individuali e computerizzati, combinati fra di loro su tre principi-fase fondamentali. Non ci sono, praticamente, schemi fissi; alcuni esercizi più o meno conosciuti sono alternati ad altri meno noti e ad altri, a volte neanche pensabili. Può succedere che due programmi siano simili, ma mai uguali poiché ogni individuo è diverso dall’altro ed ha strutture osteo-articolari differenti.
I principi-fase, combinati in senso progressivo, nella scheda di allenamento sono i seguenti:
Mobilizzazione: nella maggior parte dei casi, mobilizzazione attiva e non passiva dei plessi articolari interessati dalla patologia. Il tutto, possibilmente in modo simmetrico, a corpo libero esercitandosi, contro lievissima resistenza, con uso di manubri di poco peso o di appoggi Baumann, di macchine isotoniche o isocinetiche. La mobilizzazione dell’articolazione dolorosa avviene non in modo diretto , ma indiretto agendo sui plessi muscolari ad essa adiacenti.
Respirazione: tenendo conto che la maggior parte delle persone esegue gli esercizi senza dare peso ed importanza alla respirazione, l’impostazione della tecnica respiratoria più idonea al soggetto è fondamentale.
Stretching: applicazione maggiore dello stretching P.N.F. (Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare), come fonte primaria per la riduzione del dolore, della tensione muscolare in iper-tono, nonché per la riduzione anche della sindrome di difesa. Inoltre, tonificazione-generale dei settori paramorfici e non, considerando che stimolare solo determinati plessi muscolo-scheletrici, potrebbe causare l’impoverimento e l’indebolimento di altri distretti corporei non tenuti nella giusta considerazione (soprattutto riferendoci ad adolescenti in via di maturazione ossea).
E’ chiaro che ciascun modulo subirà delle modifiche in base ai rilievi positivi o negativi ottenuti che si riscontreranno nei controlli successivi da effettuarsi a distanza di 4/8 mesi l’uno dall’altro.